Igor Mitoraj: Memoriae, Ravello (Salerno)
Ci sono posti magici. Che ti mettono in profonda relazione con l'assoluto per lo spettacolo che, attraverso di essi, offre la natura. Che ti riconciliano con la storia, per le innumerevoli grandi vite che li hanno attraversati. Ravello è uno di questi. I. M.
La retrospettiva di Ravello si articola in due momenti. Il primo, coincidente con il mese di aprile, vede il piazzale dell'Auditorium Oscar Niemeyer ma anche piazza Duomo e i giardini di Villa Rufolo popolarsi delle creature monumentali, dei cosiddetti «idoli moderni ingiuriati dal tempo» dello scultore.
Di fronte al Duomo c'è, per esempio, la riconoscibilissima «Corazza» del 1980, a Villa Rufolo la «Polvere d'Oriente» (1990), il «Centauro» (1994), la «Porta Italica» (1997) e «White Benares», l'enorme volto marmoreo realizzato (e «sfregiato») dieci anni fa. Ben cinque opere, realizzate nei primi dieci anni del nuovo millennio, trovano invece ospitalità all'ingresso dell'auditorium progettato dall'archistar brasiliano Niemeyer: la celebre «Bocca di Eros», «Gambe alate», il «Torso alato screpolato», il «Torso di Icaro» e l'«Osiride addormentato».