Mario Arlati | Enzo Fiore: Potenza del Colore | Potenza della Materia
La Galleria d’arte Contini è lieta di presentare per la stagione invernale della sede di Cortina d’Ampezzo, P.zza Franceschi 7 , un‘esposizione dedicata a due talentuosi protagonisti del panorama contemporaneo: Mario Arlati ed Enzo Fiore.
Una mostra che vede come protagonisti il colore e la materia.
Il colore che cerca il riscatto e la liberazione dalla prigionia della materia, che insorge prepotentemente e con disinvoltura dallo stucco increspato delle opere, che si fa sensazione e umore in comunione con l’osservatore.
La materia come mezzo di espressione che soppianta i “tradizionali” strumenti artistici (pittura, disegno,…) e la materia come soggetto, come corpo e anima di un’arte potente ma raffinata allo stesso tempo.
L’arte di Mario Arlati potremmo definirla, fermandoci ad una primitiva disamina, informale-materica; ma andando oltre ci si rende conto che non è possibile sottenderla ad una qualunque definizione stilistica .
I “corpi” dei suoi dipinti sono molto altro, sono terra, natura che di colpo si lacera per lasciare intravedere, attraverso le crepe/fessure, il colore, la vita. Le cromie spaziano da registri più freddi come il blu ed il nero (ombre e buio) al giallo e rosso (luce e passione). Il bianco della calce, che tutto avvolge, non è privo di
sentimento ma è anch’esso espressione (purezza, assolutezza). I dipinti di Arlati sono ed esprimono dualità, nella forma (calce/colore) e nell’essenza (corpo/anima).
Le composizioni di Enzo Fiore, pregne di profondità materiali e concettuali, espresse attraverso ritratti o paesaggi che così fedelmente riproducono gli originali, non sono solo un’evidente riprova della sua tecnica elevatissima ed unica. L’attenzione dell’osservatore, catturata in primis dalla tridimensionalità delle opere, si sposta lentamente ma consapevolmente con l’approssimarsi alla tela, sui materiali di cui l’artista si serve, innescando in chi ne fruisce un vortice di stupore, curiosità, riflessione, timore, ammirazione.
Il materiale organico, sapientemente distribuito, modifica l’orizzonte percettivo di ognuno di noi: vita e morte, creazione e distruzione, anima e materia convivono e si insinuano in ogni centimetro della tela.
I soggetti di cui cattura essenza e personalità sono celeberrimi: eppure la loro grandezza si perde nella materia, come a demistificarne la sostanza, come a ricordarci che la polvere non può che tornare alla polvere.